domenica 30 dicembre 2012
lunedì 24 dicembre 2012
sabato 17 novembre 2012
A PAGARE SIAMO SEMPRE NOI
Non siamo un comune virtuoso.
La Corte dei Conti ci ha inseriti tra i 9 comuni della Regione Piemonte che non hanno mantenuto i bilanci in ordine.
Perché?
Perché la spesa per il personale del Comune di Carpignano Sesia è superiore a quella del 2004 contro le disposizioni di legge che ci obbligavano a risparmiare.
Come si giustificano i nostri amministratori?
Dicendo che tale aumento si è verificato a causa della nostra adesione all’Unione Bassa Sesia.
Ma l’Unione non doveva farci risparmiare?
Infatti la Corte dei Conti non vuole sentire ragioni e invita l’Ente a “porre in essere idonei correttivi per ricondurre le spese del personale entro i termini stabiliti”. La Corte dei Conti inoltre invita l’Amministrazione a comunicare al Consiglio quanto è stato deliberato, ma fino ad oggi questo non si è verificato.
Eppure la sentenza è del 18 aprile 2012 e da allora si sono svolti ben 6 Consigli Comunali. .
Non vorremmo trovare sempre cose che non vanno nell’Amministrazione del nostro Comune, ma purtroppo occorre dirlo: non ne fanno una giusta.
Facciamo due esempi.
Nel 2003 il nostro Comune riceve dalla Regione dei fondi per la realizzazione di piste ciclabili e ovviamente, l’Amministrazione adatta le risorse ad altre esigenze; visto che servivano dei marciapiedi in via Torino (e piuttosto che di marciapiedi era meglio parlare di banchine) ecco che si utilizzano i fondi per realizzare un ibrido che sta tra il marciapiedi e la pista di ciclo cross.
Se vi siete avventurati in bicicletta fino alla rotonda, percorrendo la cosiddetta pista ciclabile, sarete arrivati con il mal di testa per il continuo sali-scendi a cui siete stati sottoposti.
Ora pare che a causa del passaggio dei camions sulla pista (come può un camion passare sul marciapiedi nel senso della lunghezza?) si sono verificati dei cedimenti e quindi dovranno essere spesi 13.500,00 euro per la loro sistemazione; di questi: 5.000,00 saranno pagati dalla ditta che li ha realizzati e 8.500,00 dal Comune.
Intanto ci chiediamo: se l’intervento è stato eseguito come da progetto perché deve pagare la ditta che lo ha fatto nel modo stabilito? Se invece il capitolato prevedeva l’uso di altri materiali la colpa è della ditta ma anche di chi non ha sorvegliato i lavori durante la loro realizzazione.
Nell'uno e nell'altro caso non è il Comune (e quindi noi) che deve pagare, come invece vogliono fare i nostri amministratori.
Non riusciamo mai a capire perché in tutti gli interventi comunali ci sia sempre qualcosa che non quadra e comunque sono sempre i cittadini che, attraverso le imposte, devono porre rimedio agli sbagli altrui: sarebbe ora che pagassero coloro che lo sbaglio lo hanno fatto.
Ultimo ma non ultimo è il servizio di erogazione di acqua microfiltrata, ottenuto dal Comune con una convenzione con la ditta Botany di Biella.
Questo dovrebbe essere un servizio a bassissimo costo; peccato che il cittadino andrà a pagare quest’acqua due volte: una con la tessera annua di 10€ (e il costo per litro), l’altra la pagherà il Comune con i nostri soldi.
Anche altri comuni si sono dotati di questo servizio.
Facciamo un confronto:
CARPIGNANO
1. Incarico diretto senza gara d’appalto
2. Presenza di tessere prepagate (10 euro)
3. Costo acqua: paga Comune
Costo energia: paga Comune
4. Controllo periodico: paga Comune
5. Manutenzione area esterna: paga Comune
6. Incasso vendita acqua: tutto alla Ditta erogatrice
7. Convenzione 10 anni senza possibilità di risoluzione da parte del Comune.
ALTRI COMUNI
1. Selezionate diverse candidature
2. Nessuna tessera
3. Paga la Ditta erogatrice
4. Paga la Ditta erogatrice
5. Paga la Ditta erogatrice
6. Paga la Ditta erogatrice
.Una piccola percentuale spesso va al Comune
7. Convenzione di 6 anni con facoltà di risoluzione da parte del Comune, senza onere a carico del Comune stesso.
Come al solito, benché meritevole come intervento, sembra si faccia di tutto per trovare le soluzioni più onerose per i cittadini carpignanesi.
Così non saremo mai tra i Comuni virtuosi. Chissà quando ci cancelleranno dalla lista nera?
martedì 30 ottobre 2012
MARIA RITA D'ORSOGNA SCRIVE AL MINISTRO PASSERA
LETTERA
AL MINISTRO PASSERA
Maria Rita D’Orsogna, ricercatrice italiana emigrata in California, ha
scritto al Ministro Passera
Caro signor Passera,
stavo per andare a dormire quando ho letto dei suoi folli deliri per
l’Italia petrolizzata.
Ci sarebbe veramente da ridere al suo modo malato di pensare, ai suoi progetti stile anni ’60 per aggiustare l’Italia, alla sua visione piccola piccola per il futuro.
Invece qui sono pianti amari, perche’ non si tratta di un gioco o di un esperimento o di una scommessa.
Qui si tratta della vita delle persone, e del futuro di una nazione, o dovrei dire del suo regresso.
Lei non e’ stato eletto da nessuno e non puo’ pensare di “risanare” l’Italia trivellando il bel paese in lungo ed in largo.
Lei parla di questo paese come se qui non ci vivesse nessuno: metanodotti dall’Algeria, corridoio Sud dell’Adriatico,
4 rigassificatori, raddoppio delle estrazioni di idrocarburi.
Ci sarebbe veramente da ridere al suo modo malato di pensare, ai suoi progetti stile anni ’60 per aggiustare l’Italia, alla sua visione piccola piccola per il futuro.
Invece qui sono pianti amari, perche’ non si tratta di un gioco o di un esperimento o di una scommessa.
Qui si tratta della vita delle persone, e del futuro di una nazione, o dovrei dire del suo regresso.
Lei non e’ stato eletto da nessuno e non puo’ pensare di “risanare” l’Italia trivellando il bel paese in lungo ed in largo.
Lei parla di questo paese come se qui non ci vivesse nessuno: metanodotti dall’Algeria, corridoio Sud dell’Adriatico,
4 rigassificatori, raddoppio delle estrazioni di idrocarburi.
E la gente dove deve andare a vivere di
grazia? Ci dica.
Dove e cosa vuole bucare? Ci dica.
I campi di riso di Carpignano Sesia? I sassi di Matera? I vigneti del Montepulciano d’Abruzzo? Le riserve marine di Pantelleria?
I frutteti di Arborea? La laguna di Venezia? Il parco del delta del Po? Gli ospedali? I parchi? La Majella? Le zone terremotate dell’Emilia?
Il lago di Bomba? La riviera del Salento? Otranto? Le Tremiti?
Ci dica.
Oppure dobbiamo aspettare un terremoto come in Emilia, o l’esplosione di tumori come all’Ilva per non farle fare certe cose, tentando la sorte e dopo che decine e decine di persone sono morte?
Vorrei tanto sapere dove vive lei.
Vorrei tanto che fosse lei ad avere mercurio in corpo, vorrei tanto che fosse lei a respirare idrogeno solforato dalla mattina alla sera, vorrei tanto che fosse lei ad avere perso la casa nel terremoto, vorrei tanto che fosse sua moglie ad avere partorito bambini deformi, vorrei tanto che fosse lei a dover emigrare perche’ la sua regione – quella che ci dara’ questo 20% della produzione nazionale – e’ la piu’ povera d’Italia.
Ma io lo so che dove vive lei tutto questo non c’e’. Dove vive lei ci sono giardini fioriti, piscine, ville eleganti soldi e chissa’, amici banchieri, petrolieri e lobbisti di ogni genere.
Lo so che e’ facile far cassa sull’ambiente. I delfini e i fenicotteri non votano. Il cancro verra’ domani, non oggi.
I petrolieri sbavano per bucare, hanno soldi e l’Italia e’ corrotta. E’ facile, lo so.
Ma qui non parliamo di soldi, tasse e dei tartassamenti iniqui di questo governo, parliamo della vita della gente.
Non e’ etico, non e’ morale pensare di sistemare le cose avvelenando acqua, aria e pace mentale della gente,
dopo averli lasciati in mutande perche’ non si aveva il coraggio di attaccare il vero marciume dell’Italia.
E no, non e’ possibile trivellare in rispetto dell’ambiente. Non e’ successo mai. Da nessuna parte del mondo. Mai.
Ma non vede cosa succede a Taranto? Che dopo 50 anni di industrializzazione selvaggia – all’italiana, senza protezione ambientale, senza controlli, senza multe, senza amore, senza l’idea di lasciare qualcosa di buono alla comunita’ – la gente muore, i tumori sono alle stelle, la gente tira fuori piombo nelle urine?
E adesso noialtri dobbiamo pure pagare il ripristino ambientale?
E lei pensa che questo e’ il futuro?
Dalla mia adorata California vorrei ridere, invece mi si aggrovigliano le budella.
Qui il limite trivelle e’ di 160 km da riva, come ripetuto ad infinitum caro “giornalista” Luca Iezzi.
Ed e’ dal 1969 che non ce le mettiamo piu’ le trivelle in mare perche’ non e’ questo il futuro.
Qui il futuro si chiama high tech, biotech, nanotech, si chiamano Google, Facebook, Intel, Tesla,
e una miriade di startup che tappezzano tutta la California.
Il futuro si chiama uno stato di 37 milioni di persone che produce il 20% della sua energia da fonti rinnovabili adesso, ogni giorno, e che gli incentivi non li taglia a beneficio delle lobby dei petrolieri.
Il futuro si chiamano programmi universitari per formare chi lavorera’ nell’industria verde,
si chiamano 220,000 posti di lavoro verde, si chiama programmi per rendere facile l’uso degli incentivi.
Ma non hanno figli questi? E Clini, che razza di ministro dell’ambiente e’?
E gli italiani cosa faranno?
Non lo so.
So solo che occorre protestare, senza fine, ed esigere, esigere, ma esigere veramente e non su facebook
che chiunque seguira’ questo scandaloso personaggio e tutta la cricca che pensa che l’Italia sia una landa desolata
si renda conto che queste sono le nostre vite e che le nostre vite sono sacre.
Dove e cosa vuole bucare? Ci dica.
I campi di riso di Carpignano Sesia? I sassi di Matera? I vigneti del Montepulciano d’Abruzzo? Le riserve marine di Pantelleria?
I frutteti di Arborea? La laguna di Venezia? Il parco del delta del Po? Gli ospedali? I parchi? La Majella? Le zone terremotate dell’Emilia?
Il lago di Bomba? La riviera del Salento? Otranto? Le Tremiti?
Ci dica.
Oppure dobbiamo aspettare un terremoto come in Emilia, o l’esplosione di tumori come all’Ilva per non farle fare certe cose, tentando la sorte e dopo che decine e decine di persone sono morte?
Vorrei tanto sapere dove vive lei.
Vorrei tanto che fosse lei ad avere mercurio in corpo, vorrei tanto che fosse lei a respirare idrogeno solforato dalla mattina alla sera, vorrei tanto che fosse lei ad avere perso la casa nel terremoto, vorrei tanto che fosse sua moglie ad avere partorito bambini deformi, vorrei tanto che fosse lei a dover emigrare perche’ la sua regione – quella che ci dara’ questo 20% della produzione nazionale – e’ la piu’ povera d’Italia.
Ma io lo so che dove vive lei tutto questo non c’e’. Dove vive lei ci sono giardini fioriti, piscine, ville eleganti soldi e chissa’, amici banchieri, petrolieri e lobbisti di ogni genere.
Lo so che e’ facile far cassa sull’ambiente. I delfini e i fenicotteri non votano. Il cancro verra’ domani, non oggi.
I petrolieri sbavano per bucare, hanno soldi e l’Italia e’ corrotta. E’ facile, lo so.
Ma qui non parliamo di soldi, tasse e dei tartassamenti iniqui di questo governo, parliamo della vita della gente.
Non e’ etico, non e’ morale pensare di sistemare le cose avvelenando acqua, aria e pace mentale della gente,
dopo averli lasciati in mutande perche’ non si aveva il coraggio di attaccare il vero marciume dell’Italia.
E no, non e’ possibile trivellare in rispetto dell’ambiente. Non e’ successo mai. Da nessuna parte del mondo. Mai.
Ma non vede cosa succede a Taranto? Che dopo 50 anni di industrializzazione selvaggia – all’italiana, senza protezione ambientale, senza controlli, senza multe, senza amore, senza l’idea di lasciare qualcosa di buono alla comunita’ – la gente muore, i tumori sono alle stelle, la gente tira fuori piombo nelle urine?
E adesso noialtri dobbiamo pure pagare il ripristino ambientale?
E lei pensa che questo e’ il futuro?
Dalla mia adorata California vorrei ridere, invece mi si aggrovigliano le budella.
Qui il limite trivelle e’ di 160 km da riva, come ripetuto ad infinitum caro “giornalista” Luca Iezzi.
Ed e’ dal 1969 che non ce le mettiamo piu’ le trivelle in mare perche’ non e’ questo il futuro.
Qui il futuro si chiama high tech, biotech, nanotech, si chiamano Google, Facebook, Intel, Tesla,
e una miriade di startup che tappezzano tutta la California.
Il futuro si chiama uno stato di 37 milioni di persone che produce il 20% della sua energia da fonti rinnovabili adesso, ogni giorno, e che gli incentivi non li taglia a beneficio delle lobby dei petrolieri.
Il futuro si chiamano programmi universitari per formare chi lavorera’ nell’industria verde,
si chiamano 220,000 posti di lavoro verde, si chiama programmi per rendere facile l’uso degli incentivi.
Ma non hanno figli questi? E Clini, che razza di ministro dell’ambiente e’?
E gli italiani cosa faranno?
Non lo so.
So solo che occorre protestare, senza fine, ed esigere, esigere, ma esigere veramente e non su facebook
che chiunque seguira’ questo scandaloso personaggio e tutta la cricca che pensa che l’Italia sia una landa desolata
si renda conto che queste sono le nostre vite e che le nostre vite sono sacre.
venerdì 26 ottobre 2012
LA DOCUMENTAZIONE INTEGRATIVA PRODOTTA DA ENI
Tutto a questo link:
http://www.comitatodnt.it/pagine/conferenza.html
Ci vuole qualche minuto per scaricarla.
http://www.comitatodnt.it/pagine/conferenza.html
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giovedì 25 ottobre 2012
lunedì 24 settembre 2012
giovedì 13 settembre 2012
mercoledì 5 settembre 2012
Lettera del Presidente Vendola circa le prospezioni
Pubblichiamo la lettera, che il Presidente Vendola ha inviato ai Segretari di Partito Angelino Alfano, Pierluigi Bersani, Pier Ferdinando Casini, Antonio Di Pietro e Gianfranco Fini, riguardante le possibili prospezioni alla ricerca di idrocarburi nel mare di Puglia.
“Gentili Onorevoli,
mi rivolgo a voi a nome di tutti i pugliesi, per esprimervi un desiderio che è comune a tutte le forze politiche e a tutti i cittadini della mia regione: noi non vogliamo che il nostro mare venga oltraggiato dalla presenza opaca e inquinante di interessi legati alle lobbies del petrolio, noi non vogliamo né oggi le prospezioni geofisiche sui fondali adriatici né domani le trivelle con il loro impatto devastante. Le Isole Tremiti sono una gemma del nostro Mediterraneo, il mare è la nostra principale ricchezza, la biodiversità è il nostro petrolio intelligente e pulito, il turismo e la pesca sono tra le nostre più importanti vocazioni. Chiedo a voi, per la responsabilità che vi compete, di assecondare una iniziativa parlamentare che inibisca e fermi la catena delle autorizzazioni alla ricerca di un greggio che noi non desideriamo e che consideriamo una minaccia. Siamo la regione che contribuisce in maniera più cospicua al sostentamento energetico dell’intero sistema Paese, siamo diventati i primi produttori nazionali di energia da fonte rinnovabili: e quindi la Puglia non è la regione dei “no” ideologici e preconcetti. Ma il petrolio proprio no, è una tentazione volgare di chi pensa che la natura sia solo una immensa discarica o una miniera da cui estrarre ricchezza con svagata irresponsabilità. Occorre che questo nostro desiderio, in cui si riconosce l’intera società pugliese, e che è scientificamente ed economicamente fondato e argomentato, possa varcare la soglia della massima assemblea legislativa. Noi non siamo affetti dalla sindrome del “non nel mio giardino”: vorremmo semplicemente trasferire alle future generazioni l’azzurro e il verde del nostro mare, la straordinaria ricchezza dei nostri eco-sistemi, l’incanto di un’isola che oggi è un’oasi di pace e ci chiede solo rispetto e amore”.
mi rivolgo a voi a nome di tutti i pugliesi, per esprimervi un desiderio che è comune a tutte le forze politiche e a tutti i cittadini della mia regione: noi non vogliamo che il nostro mare venga oltraggiato dalla presenza opaca e inquinante di interessi legati alle lobbies del petrolio, noi non vogliamo né oggi le prospezioni geofisiche sui fondali adriatici né domani le trivelle con il loro impatto devastante. Le Isole Tremiti sono una gemma del nostro Mediterraneo, il mare è la nostra principale ricchezza, la biodiversità è il nostro petrolio intelligente e pulito, il turismo e la pesca sono tra le nostre più importanti vocazioni. Chiedo a voi, per la responsabilità che vi compete, di assecondare una iniziativa parlamentare che inibisca e fermi la catena delle autorizzazioni alla ricerca di un greggio che noi non desideriamo e che consideriamo una minaccia. Siamo la regione che contribuisce in maniera più cospicua al sostentamento energetico dell’intero sistema Paese, siamo diventati i primi produttori nazionali di energia da fonte rinnovabili: e quindi la Puglia non è la regione dei “no” ideologici e preconcetti. Ma il petrolio proprio no, è una tentazione volgare di chi pensa che la natura sia solo una immensa discarica o una miniera da cui estrarre ricchezza con svagata irresponsabilità. Occorre che questo nostro desiderio, in cui si riconosce l’intera società pugliese, e che è scientificamente ed economicamente fondato e argomentato, possa varcare la soglia della massima assemblea legislativa. Noi non siamo affetti dalla sindrome del “non nel mio giardino”: vorremmo semplicemente trasferire alle future generazioni l’azzurro e il verde del nostro mare, la straordinaria ricchezza dei nostri eco-sistemi, l’incanto di un’isola che oggi è un’oasi di pace e ci chiede solo rispetto e amore”.
Nichi Vendola
domenica 26 agosto 2012
sabato 4 agosto 2012
EROGAZIONE DI ACQUA MICROFILTRATA
Mi sembra di avere capito che funziona così:
- la ditta Botany srl fornisce acqua microfiltrata;
- i carpignanesi pagano un abbonamento annuo di 10 euro + 3 di deposito cauzionale + 6/10 centesimi il litro;
- Botany srl incassa questi soldi;
- i costi dell'investimento sono a carico di Botany srl (e ci mancherebbe altro!)
- il Comune concede gratis l'area dove si svolge l'attività;
- il Comune fornisce la corrente elettrica e la presa;
- il Comune crea il cosiddetto punto di captazione dell'acqua;
- il Comune controlla periodicamente l'acqua al contatore;
- il Comune pulisce e manutiene l'area esterna;
- il Comune paga i consumi dell'energia elettrica e dell'acqua.
????????????????????????????????????????????????????????????
I costi a carico del Comune sono chiari, così come sono chiari i ricavi della ditta.
Qualcuno mi spiega che cosa ci guadagniamo e perchè dobbiamo sostenere questi costi?
PAGA SEMPRE PANTALONE?
La delibera della Giunta di Carpignano n. 37
giovedì 2 agosto 2012
IL CONSIGLIO COMUNALE DI CARPIGNANO VOTA NO AI POZZI
Dopo quasi tutti
i Comuni vicini, finalmente anche il nostro ha preso posizione. E’
stato necessario ricorrere alla Consultazione Popolare per
costringere questa maggioranza ad opporsi al progetto
Eni-Petroceltic. Di fronte alla schiacciante vittoria dei NO, non
sono rimasti più alibi e, al cospetto di una popolazione
stradeterminata e un Consiglio Comunale a maggioranza contro i pozzi,
con defezioni all’interno della stessa maggioranza, il sindaco e la
giunta hanno dovuto, obtorto collo, schierarsi per il no, per non
rischiare di trovarsi in minoranza. Si è così avuta l’unanimità,
ma siamo ben consci che non si tratta di un voto deciso, non ci
illudiamo che abbiano cambiato idea o di avere trovato dei nuovi
alleati. E’ evidentemente una posizione politica di convenienza,
vista la piega che hanno preso gli eventi. Basta vedere le
dichiarazioni del sindaco che precedono il voto per capire che questo
è stato strappato a denti stretti: ad un certo punto si è perfino
lasciato scappare che, secondo lui, il 51% approvava l’operato
dell’amministrazione (evidenziando quindi che l’amministrazione
si trovava in contrapposizione con il fronte dei no).
Tutto ciò non sminuisce, ma esalta il
lavoro del Comitato Dnt e dei cittadini che hanno saputo costringere
chi era così reticente che più reticente non si può a schierarsi
dalla nostra parte.
Un voto in più alla Conferenza dei
Servizi: tra i paesi del circondario a non essersi schierati
esplicitamente contro i pozzi rimane solo Sillavengo e, al momento,
Lenta (Landiona non fa parte della Conferenza dei Servizi).
martedì 24 luglio 2012
CONSULTAZIONE POPOLARE: UN MARE DI NO!
1034 votanti
955 No
69 Sì
5 bianche
5 nulle.
Un risultato strepitoso per i cittadini e il Comitato Dnt.
lunedì 16 luglio 2012
ALCUNE NOTE ALLE PUNTUALIZZAZIONI DEL PROF. DR. ING. MAURIZIO MASI, INGEGNERE, PROFESSORE ORDINARIO DI CHIMICA FISICA APPLICATA DEL POLITECNICO DI MILANO, PRESIDE DELLA SCUOLA DI INGEGNERIA DEI PROCESSI INDUSTRIALI DEL POLITECNICO DI MILANO E CONSULENTE SCIENTIFICO DELL'ENI
a
cura dell'ing. Piero Gozzi, carpignanese.
In
un mondo che pensa all’uso delle energie rinnovabili è ancora
necessario estrarre idrocarburi?
Secondo
la Exxon Mobil, la maggiore compagnia petrolifera, i giacimenti
petroliferi sono sufficienti, ai ritmi attuali, per la fornitura di
petrolio fino al 2050.
Secondo la BP,
le riserve di petrolio convenzionale saranno esaurite - al ritmo
attuale, quindi senza tenere conto della continua crescita della
domanda mondiale, che si colloca intorno al 2% annuo – nel 2040.
Secondo
i geologi del King Hubbert Center e della Colorado School of Mines
la produzione toccherà il suo picco in questo decennio con 85
milioni di.barili al giorno per poi scendere drammaticamente a 35
milioni nel 2020.
Altri
studi di diversa matrice (in gran parte di economisti) sostengono che
la tecnologia continuerà a rendere disponibili per l'industria
idrocarburi a basso costo e che sulla Terra ci sono vaste riserve di
petrolio "non convenzionale" quali le sabbie
bituminose, gli scisti
bituminosi consentiranno nel futuro l'uso
del petrolio per un periodo di tempo ancora molto lungo.
Il
dato certo è che le scoperte di nuovi giacimenti sono in calo dagli
anni '60. In effetti, dal 1985 circa la quantità di petrolio
consumato ogni anno è superiore a quella di nuovo petrolio scoperto,
e il divario tra le due si allarga sempre più.
Probabilmente,
quando le scorte del petrolio convenzionale (quello a buon mercato)
finiranno, noi non ci saremo più: ma ci saranno i nostri figli e i
nostri nipoti. Allora, pensando a loro, dovremmo chiederci: quando
la produzione comincerà ad assottigliarsi? Perché l’ultimo barile
di petrolio è molto più difficile da estrarre e più costoso del
primo, quindi o diminuisce la domanda o salgono i prezzi, e come
energia a basso costo, anche i combustibili fossili a breve non
saranno più competitivi.
Certo
le energie rinnovabili sono ancora molto costose, ma bisogna
considerare che in realtà il prezzo delle energie rinnovabili è più
alto anche perché integra in se l’efficienza ambientale, quel
costo sociale cioè (l'inquinamento ambientale produce una
diminuzione di benessere per gli agenti che involontariamente sono
esposti ad esso e un costo sociale come ad esempio la bonifica a
seguito dell’inquinamento di un sito) che dovrebbe essere aggiunto
al costo dei combustibili fossili e che invece non viene considerato.
In
tutti i casi, nei costi dell’energia ottenuta dai combustibili
fossili, manca il computo dell’impatto ambientale della
combustione, cioè il prezzo di questo tipo di energia è più basso
del suo costo sociale. Noi crediamo che si debba sempre più
investire in ricerca e sviluppo nel campo delle rinnovabili perché
se veramente le previsioni più recenti si rivelassero valide ci
troveremmo di fronte a una sostanziale scarsità di petrolio e
combustibili fossili in assenza di alternative «mature» per
sostituirli.
Quando
siamo passati dal carbone al petrolio, non è stato perché il
carbone era esaurito, ma perché si erano rese disponibili soluzioni
tecnologiche piú pratiche e meno costose di quelle esistenti.
Investire
in fonti rinnovabili ha un vantaggio rispetto ad investire in
petrolio, non si esauriscono.
Il
prof. Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, per esempio, la
pensa come noi.
Per
estrarre 80.000.000 di barili dal sottosuolo di Carpignano (quantità
stimata da Eni) in dieci o venti anni (probabile durata del
giacimento) si investiranno circa 30.000.000 di euro.
In
Italia si consumano circa 1,4 milioni di barili al giorno, quindi il
petrolio estratto dal nostro territorio basterà per ben 57 giorni! 1
Ne
vale pena?
La
zona scelta è a rischio esondazione del fiume Sesia?
Assolutamente
si! Ed è anche vero che l’eventuale esondazione interesserebbe
solo le apparecchiature fuori terra, tra cui per esempio, le vasche
di raccolta dei fanghi di scavo esausti, poste al livello del piano
di campagna.
Esiste
un rischio di contaminazione delle falde acquifere superficiali?
Si,
anche se la tecnologia di realizzazione del pozzo è consolidata.
Del
resto anche il prof. Masi (che , tra gli altri suoi prestigiosi
incarichi ha anche quello di consulente dell’Eni) dice che “quasi
tutti i pozzi attraversano le falde senza contaminarle”.
Ed
è proprio quel “quasi” che preoccupa: per fare solo un esempio,
all’inizio di giugno 2011 nell’acquedotto di S.Croce Camerina
(Ragusa) è stata riscontrata la presenza di inquinanti causati dalla
infiltrazione in falda dei fanghi utilizzati nella trivellazione del
Pozzo Tresauro, e per alcune settimane è stata sospesa l’erogazione
di acqua potabile, con tutti i disagi che possiamo immaginare per la
popolazione.
Vero
che prima di iniziare la perforazione “si inseriscono dei tubi
metallici di contenimento”, ma non è vero che questi “si
estendono fino alle quote di sicurezza”. Il progetto Eni prevede
l’infissione del pipe-conductor fino a 50 metri di profondità,
mentre il nostro acquedotto pesca a 160 m e oltre: se la matematica
non è un’opinione rimangono ben 110 metri scoperti!
Inoltre,
le attuali tecnologie non garantiscono affatto dalla possibilità di
inquinamento delle nostre falde profonde, attualmente non utilizzate,
ma che sostituiscono la sola riserva d’acqua del Piemonte orientale
per i prossimi 50 anni.
Durante
la perforazione si usano fanghi “tossici”?
Si, per la
lubrificazione delle trivelle si usano fluidi (i cosiddetti fanghi di
perforazione) la cui esatta composizione è un segreto industriale,
ma la cui tossicità è provata scientificamente.
Innanzi tutto,
come ampiamente confermato dagli esperti non di parte, non esiste
alcun fluido perforante costituito solo da polimeri biodegradabili, e
nessuna opera antropica e’ mai ad impatto nullo, specie alla luce
del fatto che la fase di esplorazione e di prima perforazione di un
pozzo di idrocarburi e’ considerata la piu’ impattante dal punto
di vista ambientale.
Inoltre, a
oltre 4500 metri di profondità, l’efficacia dei fanghi a base di
acqua e’ piuttosto limitata, e sarebbe del tutto plausibile
supporre che i fanghi perforanti usati da Eni possano
essere
a composizione chimica piu’ aggressiva, in particolar modo fanghi
a base di gasolio e di oli minerali. Tale ipotesi è supportata dal
fatto che a pag. 27 della Relazione Tecnica, è indicata la presenza
di una vasca in c.a. per il contenimento dell’olio e del gasolio.
Anche
nei fanghi a base d’acqua poi, è contenuta soda caustica con
funzione di alcalinizzante dei fanghi stessi.
Inoltre, la
trivellazione del sottosuolo - quale che sia il fluido usato per la
perforazione - e’quasi sempre accompagnata dalla produzione di
acqua mista a oli minerali e che contengono ulteriori inquinanti, fra
cui alte concentrazioni di bario, berillio, cadmio, cromo, rame,
ferro, piombo, nickel, argento e zinco, oltre che piccole quantita’
di materiale radioattivo, come gli isotopi 226 e 228 del radon.
Esistono
molti documenti nella letteratura mondiale dove viene dimostrata la
tossicita’ dei fluidi e delle acque perforanti anche sulle lunghe
distanze dai punti di utilizzo.
Per esempio
nell’invaso della diga del Pertusillo (Lucania), un immenso bacino
di acqua potabile, sono stati trovati tracce di metalli e di
idrocarburi nei sedimenti e alluminio, ferro,manganese e piombo ben
oltre i limiti consentiti (6,4 milligrammi per litro di livelli di
inquinanti di fronte allo 0,0001 milligrammi per litro permessi dalla
legge), e guarda caso nella zona vi è una intensa attività
estrattiva.
Che fine fanno i fanghi di
lavorazione?
Dovrebbero
essere smaltiti in discarica secondo la normativa vigente:
dovrebbero! Ma non sempre è così. I rifiuti dovuti alle acque di
scarto delle estrazioni e ai fluidi perforanti ammontano a 2 o tre
migliaia di tonnellate l’anno per ogni pozzo e il loro smaltimento
genera un costo non indifferente: per questo a volte si smaltiscono
anche illegalmente, come ha fatto negli anni ‘90 la Total,
riversandoli nei campi coltivati di Corleto Perticara.
Dagli USA
all’Africa, dalla Norvegia al Messico è stato dimostrato che le
estrazioni petrolifere inquinano, qui da noi si fa finta che tutto
vada bene, lasciandoci distrarre da un informazione istituzionale che
tende a coprire più che a svelare.
Esite
un rischio sismico indotto?
Secondo
il prof. Masi, eminenti geologi scongiurano tale pericolo.
Secondo
i geologi dell’INGV (Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia)
invece, «la presenza in Val d’Agri di infrastrutture legate
all’attività di estrazione e raffinazione di idrocarburi,
contribuisce ad accrescere il rischio sismico dell’area, che è già
stata colpita da un terremoto distruttivo nel 1857». Nello studio si
afferma che «numerosi terremoti locali e regionali sono stati
registrati a partire da febbraio 2006. I sismogrammi evidenziano
fenomeni d’amplificazione di ampiezza e durata del moto del suolo
determinati dalla risonanza dei depositi quaternari alluvionali e
lacustri del bacino, che poggiano su rocce carbonatiche»: lo stesso
tipo di rocce indicato per il sottosuolo carpignanese.
Secondo
il professor Leonardo Seeber, uno dei più noti sismologi mondiali,
docente al Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia
University, le attività estrattive possono alterare lo stato
meccanico della crosta terrestre in maniera sufficiente da triggerare
2
terremoti. I cambiamenti sono associati alle oscillazioni di
pressione del fluido interstiziale presente nelle rocce serbatoio,
dovuto alla rimozione/aggiunta di massa protratto nel tempo, che è
una delle maniere più efficienti per diminuire la resistenza della
roccia e portare a una sua rottura sotto lo sforzo naturale. In
generale poi, l’estrazione di fluido — acqua, gas, petrolio —
porta a subsidenze, che possono manifestarsi lentamente o
subitaneamente. A sostegno di questa tesi, inoltre, vi è uno studio
commissionato dal gruppo francese Chamberger ad alcuni geologi russi
in campi di estrazione dell’Asia centrale:
tale esperimento, in effetti, avrebbe provocato terremoti di
magnitudo 6 e 7 in territori mai considerati sismici.
1
80 milioni [bar.]/ 1.4 milioni [bar/giorno] = 57 giorni!
2
Triggerare significa anticipare un
terremoto che senza l’intervento umano sarebbe accaduto più
tardi.
lunedì 9 luglio 2012
martedì 26 giugno 2012
martedì 19 giugno 2012
ANCHE NOVARA CONTRO IL POZZO DI CARPIGNANO...
COMUNE DI NOVARAEstratto dal Verbale delle Deliberazioni del Consiglio Comunale Deliberazione N° 39
OGGETTO
Mozione urgente relativa al “Pozzo Esplorativo Carpignano 1”.
L’anno duemiladodici, mese di GIUGNO, il giorno SETTE, alle ore 9,30, nella sala
consiliare del Palazzo Municipale si è riunito il Consiglio Comunale in sessione ORDINARIA seduta PUBBLICA.
(omissis: PARTEE BUROCRATICA)
Il Presidente pone in discussione congiuntamente le mozioni urgenti di analogo contenuto presentate dal Gruppo UDC (n. 131) e dai Gruppi PD – SEL (n. 132), precisando che le votazioni avverranno separatamente.
Precisa che l’interrogazione n. 123 presentata dal Consigliere Zacchero, avendo contenuto similare, verrà trattata contestualmente.
Intervengono quindi per discussione e/o per dichiarazione di voto i Consiglieri: Perugini, Zacchero, Reali, Pedrazzoli, Moscatelli, Canelli, Pirovano, Gatti, Diana, Andretta e l’Assessore Rigotti per precisazioni.
Il Gruppo PDL presenta un emendamento sostitutivo della parte dispositiva delle mozioni n. 131 e n. 132. I presentatori delle due mozioni non accolgono tale proposta.
I relativi interventi sono riportati nei verbali della seduta odierna.
Dopo di che il Presidente pone in votazione la mozione in oggetto.
Successivamente,
IL CONSIGLIO COMUNALE
Con 20 voti favorevoli e 3 astenuti (i Consiglieri Coggiola, Andretta, Moscatelli) resi per alzata di mano dai 23 Consiglieri presenti e votanti, come da proclamazione fatta dal Presidente,
APPROVA
La seguente mozione:
“””Premesso che:
o È prevista sul territorio del Comune di Carpignano Sesia (NO) la realizzazione da parte della società ENI S.p.A., o di altra società incaricata, di un Pozzo Esplorativo denominato “Carpignano Sesia 1” allo scopo di compiere attività di ricerca e sfruttamento di idrocarburi liquidi e/o gassosi nel territorio di detto Comune;
o La realizzazione del posso esplorativo in oggetto da parte di ENI S.p.A. interessata anche la popolazione residente nel Comune di Novara in quanto, così come risulta dal punto 2.3 della relazione predisposta dal Comitato Difesa Territorio di Carpignano Sesia (NO), che si allega alla presente mozione sotto la lettera “A”, riguarderà direttamente anche le falde acquifere che alimentano l’acquedotto di Novara;
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
1. A fare tutto quanto necessario presso le competenti autorità e gli enti interessati dall’operazione di realizzazione del pozzo di esplorazione ivi compresa ENI S.p.A. affinché il pozzo in oggetto non venga realizzato.”””
OGGETTO
Mozione urgente relativa al “Pozzo Esplorativo Carpignano 1”.
L’anno duemiladodici, mese di GIUGNO, il giorno SETTE, alle ore 9,30, nella sala
consiliare del Palazzo Municipale si è riunito il Consiglio Comunale in sessione ORDINARIA seduta PUBBLICA.
(omissis: PARTEE BUROCRATICA)
Il Presidente pone in discussione congiuntamente le mozioni urgenti di analogo contenuto presentate dal Gruppo UDC (n. 131) e dai Gruppi PD – SEL (n. 132), precisando che le votazioni avverranno separatamente.
Precisa che l’interrogazione n. 123 presentata dal Consigliere Zacchero, avendo contenuto similare, verrà trattata contestualmente.
Intervengono quindi per discussione e/o per dichiarazione di voto i Consiglieri: Perugini, Zacchero, Reali, Pedrazzoli, Moscatelli, Canelli, Pirovano, Gatti, Diana, Andretta e l’Assessore Rigotti per precisazioni.
Il Gruppo PDL presenta un emendamento sostitutivo della parte dispositiva delle mozioni n. 131 e n. 132. I presentatori delle due mozioni non accolgono tale proposta.
I relativi interventi sono riportati nei verbali della seduta odierna.
Dopo di che il Presidente pone in votazione la mozione in oggetto.
Successivamente,
IL CONSIGLIO COMUNALE
Con 20 voti favorevoli e 3 astenuti (i Consiglieri Coggiola, Andretta, Moscatelli) resi per alzata di mano dai 23 Consiglieri presenti e votanti, come da proclamazione fatta dal Presidente,
APPROVA
La seguente mozione:
“””Premesso che:
o È prevista sul territorio del Comune di Carpignano Sesia (NO) la realizzazione da parte della società ENI S.p.A., o di altra società incaricata, di un Pozzo Esplorativo denominato “Carpignano Sesia 1” allo scopo di compiere attività di ricerca e sfruttamento di idrocarburi liquidi e/o gassosi nel territorio di detto Comune;
o La realizzazione del posso esplorativo in oggetto da parte di ENI S.p.A. interessata anche la popolazione residente nel Comune di Novara in quanto, così come risulta dal punto 2.3 della relazione predisposta dal Comitato Difesa Territorio di Carpignano Sesia (NO), che si allega alla presente mozione sotto la lettera “A”, riguarderà direttamente anche le falde acquifere che alimentano l’acquedotto di Novara;
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
1. A fare tutto quanto necessario presso le competenti autorità e gli enti interessati dall’operazione di realizzazione del pozzo di esplorazione ivi compresa ENI S.p.A. affinché il pozzo in oggetto non venga realizzato.”””
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